Gli INUIT sono un popolo dell’Artico. Vivono nella tundra, in pianure basse e aride perennemente gelate. Usano materiali come osso, pietra saponaria e serpentino per rappresentare scene di caccia e animali. Le loro opere, fino a qualche anno fa, avevano un limite di esportazione e per questo le più antiche sono molto rare e complesse da trovare. Siti sulla cultura INUIT Arte Inuit (italiano) Inuit Art of Canada Catalogo di opere Inuit Catalogo di opere Inuit
Restauro eseguito nel luglio 1996, per conto della Soprintendenza Archeologica del Piemonte.
DESCRIZIONE
EPIGRAFE ROMANA
Il 24 aprile 1832, sradicando una pianta di gelso nell’antica regione di San Marcello, a destra della Dora, nella proprietà di Luigi Amapane, fu scoperta una tomba romana. Era formata da un pavimento di grandi mattoni di terracotta, detti linbes in piemontese, parti di pietre lavorate a lastra e il coperchio in marmo con iscrizione: conteneva ossa umane, un lume fittile, una brocca di terra, un altro più piccolo a forma di lagrimatoio e un piatto con lo scheletro di un pollo.
L’iscrizione funeraria (II secolo dell’Impero), in marmo violaceo proveniente dal Veneto, ricorda la bella Venusta, liberta di Lucio Cornelio e vedova di Publio Ebuzio figlio di Marco, della tribù Stellatina, fabbricante di chiodi e appartenente all’ordine degli Augustali. Il sepolcro comune è dedicato anche alla liberta Crescente e alla “delicatae” Murone, giovane schiavetta e probabile “trastullo” di Venusta. La lapide fu collocata, su indicazione del proprietario Antonio Riberi, in un vestibolo del Castello, poi ceduto all’Istituto Missioni della Consolata. Nel dicembre 1995 l’epigrafe romana, da anni già custodita nei locali della Biblioteca Comunale, veniva ufficialmente donata al Municipio di Alpignano.
Bambola in composizione, vestito originale in organza. Altezza: 60cm Epoca: inizio 1900
“Le bambole in composizione rimpiazzarono le bambole in bisque sul mercato agli’inizi del XX secolo. Le aziende di fabbricazione americane di bambole lo consideravano molto più resistente rispetto al biscuit. Il nuovo materiale per teste di bambole, assieme alla Prima Guerra Mondiale, contribuì a ridimensionare l’industria delle bambole tedesca, a favore di quella americana, ormai protagonista assoluta sul mercato. La composizione è, generalmente, una miscela di colla e segatura. Più pesante e più densa della cartapesta, la composizione è facilmente modellabile ed è quindi un materiale eccellente per realizzare teste di bambola. Questo materiale era già in uso da molti anni per creare corpi di bambole, approssimativamente dalla fine del 1870, molto prima che fosse ampiamente usata per fabbricarne le teste. Poiché il materiale di cui è fatta una testa di bambola determina il tipo di bambola, solo bambole con teste fatte di composizione vengono chiamate bambole di composizione.” Fonte Storia delle bambole
Testa di bambola in biscuit tedesca, occhi mobili in vetro, bocca aperta. Altezza: 15cm Epoca: fine 1800 Simon & Halbig, Germania
“Simon & Halbig. 1870-1925. Grafenhain presso Ohrdruf, Thur. Specializzati in teste di bambola. Fabbricarono pure le tutto-biscuits, teste di compositon e di celluloide. Alcune teste di raffinata fattura, con capelli modellati e spalle in un sol pezzo col capo, marchiate S.H. risalgono al 1870. Spesso le bambole Edison avevano teste Simon & Halbig verso il 1889. Nel 1870 vennero registrati vari brevetti per il movimento degli occhi. Nel 1891 e 1893 la ditta ottenne altri brevetti relativi a miglioramenti apportati a tali movimenti. Nel 1895 Carl Halbig era elencato come proprietario dell’azienda: ciò starebbe a significare che a quel tempo Simon si era ritirato. Nel 1905 C. Halbig ottenne un brevetto per occhi che si potevano muovere orizzontalmente da destra a sinistra e viceversa, nonchè chiudersi: il movimento era dato da un solo contrappeso. Parecchie teste Simon & Halbig erano usate da fabbricanti di bambole tra questi Kammer & Reinhardt, Heinrich Handwerck, Bawo & Dotter; questo spiega l’esistenza su alcune teste di altri nomi unitamente al marchio di Simon & Halbig.” Brano tratto da Pupeide. Discorso intorno alla bambola Copertina rigida – 1973 di Adelina Rauccio Brovarone
Pilone votivo raffigurante Madonna che poggia i piedi su di un serpente posato sul mondo; realizzazione con pittura a terzo fuoco su piastrelle in ceramica. Intorno ha una cornice in pietra. Davanti al pilone c’è una fontana a colonna in ghisa verde. Altezza 200cm circa
Il pilone è situato nel comune di Vigliano Biellese, nel quartiere di Sobrano. L’effige della Madonna è molto venerata dagli abitanti del quartiere che quotidianamente portano fiori che depongono ai suoi piedi. L’opera è stata realizzata intorno agli anni 1940 dalla Marchesa Incisa su piastrelle fornite dalla ditta Guido Rey di Ronco Biellese. “Di quel periodo è d’obbligo ricordare un’opera cara ai fedeli devoti della Madonna del paese di Vigliano Biellese.
OGGETTO Statuina pubblicitaria in maiolica invetriata rossa con basamento nero e scritta a rilievo bianca REDMAN. Altezza: 20cm Epoca 1960 circa Redman era un’azienda concessionaria per i tessuti del Lanificio Cerruti 1881
Pitociu, statua in terracotta smaltata raffigurante omino gobbo con cappello e pipa. Altezza: 60 cm Provenienza dalle fornaci di Castellamonte, seconda decade del 1800. Pitociu: statua caricaturale.
“Questa produzione è stata realizzata solo a
Castellamonte per la felice intuizione di artisti che al di là dell’inventiva
avevano anche una buona dose di fantasia e di spirito critico. Infatti queste
statue nascono inizialmente come un accessorio tecnico alla realizzazione dei
comignoli: si trattava di collocare sopra al piano del comignolo un oggetto
pesante che impedisse al vento forte delle nostre vallate di scalzarlo e
scaraventarlo a terra. Sino alla terza decade dell’800 si usavano per questa
necessità tecnica degli oggetti a forma di pigna, palla o fiamma di peso
oscillante tra i 45 e gli 80Kg/cad. a seconda dell’ampiezza del piano del
comignolo, tutti rigorosamente in terracotta.
Nel 1830 uno dei nostri artisti-artigiani stufo di creare i soliti oggetti pensò a fare una sorpresa al suo amico, maestro di scuola G. Ciafrei, e lo riprodusse in scala mutandolo in uno gnomo con fattezze somigliantissime. La sorpresa fu tanta che molti cittadini castellamontesi si fecero ritrarre creando una galleria di personaggi realmente esistiti con nome e cognome e tutti originali in pezzo unico realizzati preso la fabbrica di G. Buscaglione – Allaira. Questi oggetti sono chiamati dai castellamontesi “Pitociu”. Catalogo “La statuaria” Casa Museo Famiglia Allaira
Piatto in maiolica Vedova Besio e Figlio con decorazione floreale policroma nel cavetto e decorazione blu a stampini sulla falda.
Diametro: 20cm Epoca: metà 1800 Manifattura Vedova Besio e Figlio, Mondovì.
“Giuseppe Besio affittò nel 1841 un setificio dismesso in Piandellavalle, lungo la Via delle Concerie, e lo trasformò in fabbrica di terraglia. Ne fu sfrattato nel 1850 dal proprietario Magliano, che iniziò lui stesso la produzione, per poi affittare la fabbrica nel 1859 alla società Montefameglio & Luscaris. Dopo una lunga vertenza giudiziaria, nel 1867 Giuseppe Besio ottenne l’aggiudicazione degli stabili. Alla sua morte (1884) la fabbrica fu ereditata dalla seconda moglie Anna Massimino e gestita come “Vedova Besio & Figlio”. Travolta dalla crisi del 1929, l’azienda fu acquistata da una società presieduta del banchiere monregalese Moisé Ettore Levi, che ne affidò la direzione al figlio, Marco Levi. Questi la condusse fino alla chiusura, nel 1979.” ( Da Museo delle Ceramiche di Mondovì)
Statua in terracotta raffigurante un
guerriero di Xian del famoso “Esercito di terracotta”, dipinta con colori
acrili con la rappresentazione della celebre opera di Andy Warhol “Marylin
Monroe”
Tulipaniera, vaso da fiori in maiolica
composto da tre corpi globulari distinti sovrapposti ,di dimensioni decrescenti
dal basso all’alto. Ogni corpo globulare presenta dei fori. Decorazione bianca e blu con soggetti
paesaggistici e figure.
Altezza: 60 cm diametro base:16 cm
Manifattura: Savona, marchio Gallo nella
base in bruno manganese.
Epoca : metà 1800, rifacimento di maiolica settecentesca. Sito del MUSE, Museo della Ceramica di Savona