Restauro estetico Acquasantiera in maiolica

OGGETTO
Acquasantiera in maiolica con semplici decorazioni in azzurro e arancione.
H:18cm, Largh:8cm
Epoca: metà XVIII sec, provenienza biellese.

L’acquasantiera è un recipiente di forme e materiali diversi (ceramica, marmo, pietra, argento, ottone, avorio) destinato a contenere acqua benedetta. L’uso di un vaso in cui conservare l’acqua santa venne reso obbligatorio da Papa Leone IV (IX secolo), ma i primi esemplari di acquasantiera risalgono al X secolo.
Nel corso del Medioevo, l’acquasantiera diventò un accessorio fisso della chiesa, o come elemento architettonico a sé stante, o come vasca sporgente da un pilastro o dalla parete stessa. A partire dal XIII sec. assunse caratteri di sempre maggiore ricchezza e monumentalità che raggiunsero il culmine, col Barocco, nelle famose acquasantiere di G. L. Bernini in San Pietro.
Oggetto devozionale, si trova fino alla metà del 1900 in tutte le case.

A Pettinengo (BI) c’è il MUSA – Museo della sacralità dell’acqua e degli acquasantini” in cui è esposta la collezione di oltre 850 acquasantini appartenuta a Sergio Trivero e donata al DocBi dal canonico Angelo Stefano Bessone.

Edito da DocBi, Centro Studi Biellesi “Centoquarantaquattromila segnati.  Una collezione di acquasantini”.

STATO DI CONSERVAZIONE L’oggetto è rotto in quattro parti, senza lacune, precedentemente incollato con colla ingiallita e che tende al distacco .

RESTAURO

Nella prima parte del restauro ho scollato le parti incollate. La colla, ingiallita e ormai secca, ha ceduto facilmente con un bagno in acetone. A bisturi ho eliminato i resti della colla che avrebbero potuto interferire con la nuova colla.  Dopo un periodo di areazione ho incollato le parti con  resina epossidica  bicomponente Collanti Parini, tempo di lavorabilità 10 minuti, asciugatura completa 12 ore.

Pulita la colla in eccesso nelle crepe, ho riempito le fessure con stucco in pasta bianco Modostuc e successivamente con stucco alla nitro. Dopo accurate carteggiature, ho dato una base ad areografo sulle parti stuccate, con colore di base. La fase della stuccatura e carteggiatura è molto importante per la perfetta riuscita del restauro: infatti una cattiva carteggiatura, non visibile a secco, verrà messa in evidenza con il colore.

Ho eseguito quindi ritocchi pittorici a pennello ove necessari, con colori acrilici all’acqua. Verniciatura finale lucida.

CONSIDERAZIONI FINALI

Il restauro estetico nasconde le linee di rottura e solo quelle; non è infatti una totale copertura dell’oggetto. Mio compito è quello di essere il meno possibile invasiva sulla maiolica, rispettando al massimo i colori originali e le superfici integre.

Utilizzo resina epossidica bicomponente perché è una colla reversibile; la resina resta inoltre leggermente morbida e questo asseconda i naturali movimenti dell’oggetto rotto permettendo una maggiore tenuta.

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